Riceviamo e pubblichiamo, dalla mailing-list della SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea), un breve carteggio tra Luigi Cortesi e Paolo Macry
Leggo con dolore della morte di Luigi Cortesi, l'avevo conosciuto bene negli anni settanta, insegnavamo tutti e due all'orientale di napoli, ci scontravamo politicamente (o meglio, gigi strabuzzava gli occhi quando appena negavo le sue parole), la sera giocavamo a poker a casa mia con giulio machetti e gigi voleva vincere sempre, facevamo le ore piccole quando non vinceva e finchè non vinceva, diceva che col poker pagava le rate dei libri einaudi, era più grande di me e mi sembrava il fratello maggiore perfetto, prescrittivo e affettivo, ideologico e sentimentale, cocciuto e malleabile come il burro, sono andato a rileggermi uno scambio espistolare di qualche anno fa, ne incollo una parte qui sotto, forse con poco pudore, ma in questo momento ho bisogno di ripensare a lui in qualche modo e di comunicarlo a qualcuno, non lo vedevo quasi mai da tempo immemorabile eppure mi sento insopportabilmente vuoto all'idea di non poterlo vedere più.
Paolo Macry
agosto 2002, paolo a gigi
carissimo gigi, grazie per il numero di giano e per il saggio sui "rischi globali". letto. interessante, molto utile, esauriente (ma manca qualche napoletano bravo, come ti dissi quando ci vedemmo in via mezzocannone). ho sempre stimato molto il tuo impegno. e lo stimo molto oggi. qui tutto bene, bene soprattutto oggi che (stanchissimo) parto per tre settimane in grecia. spero che tu stia bene, in vacanza, focoso e agguerrito come sempre. un saluto molto affettuoso a te, caro gigi. paolo
agosto 2002, gigi a paolo
Caro Paolo, mi ha fatto molto piacere il tuo messaggio. Ci rivedremo e riparleremo delle mie tesi critiche, che ho scritto non da "focoso e agguerrito", ma con angoscia. Il punto è se ho ragione o no, se ci sono paralogismi o no, magari dovuti ad un mio masochismo. Convincetemi che ho torto e ne sarò felice; mostratemi il vizio del ragionamento. Paolo, è questo il punto. Ti dissi che avresti potuto intervenire su "Giano" o altrove (meglio, per diffondere la discussione in una cerchia più ampia); e te lo ripeto ora. Costringeremmo gli storici a convenire su qualche punto comune; non sarebbe poco, vista la smorta condizione della categoria. Ma, ti dico ancora una volta, ho letto volentieri la tua letterina, che mi ha ricordato tempi diversi, senz'altro più aperti alle speranze. Ciao, Gigi
settembre 2002, paolo a gigi
impagabile gigi(one), sono in partenza per il canada, mi faccio due settimane di aceri d'autunno e di lezioni sull'italia contemporanea. ma ci vediamo quando torno? le hai finite di pagare quelle benedette rate einaudi? abbraccio, p.
settembre 2002, paolo a gigi
In una vita onesta e intemerata tu rispunti all'improvviso, buttandomi lì, insidiosamente, un problema di rate Einaudi non pagate. Vuoi spiegarti meglio? Cosa vuoi insinuare? Ce l'hai con me? Hai qualche risentimento ecologico? Ti devo ancora saldare qualcosa dei nostri poker degli anni '70? Al tuo ritorno in Italia c'incontreremo per una spiegazione definitiva. Ma intanto, perchè non dai un seguito scritto (almeno informativo) al mio pernacchio apocalittico? Ciao Gigi
ottobre 2002, paolo a gigi
gigi carissimo, ti ho letto con piacere. gigi si legge con piacere sempre, anche perché é come se lo sentissi parlare in crescendo di pathos, socchiudere gli occhi, enfatizzare sapientemente la voce con i toni bassi, con quel sorriso complice e estremo, come uno che ti sta confidando l'ultimo segreto dirimente o più semplicemente che si aspetta che tu debba capire al volo o se no sei proprio un baluba. quanto a convincerti/convincersi delle proprie e altrui ragioni, figurati se sono il tipo da avventurarmi in simili imprese, seppure commendevoli: ci vuole il fisico/psichico adatto. del resto (non so se è gigionismo o cos'altro) penso anch'io che quelli del poker per la rata einaudi erano altri tempi: più coerenti con umori personali e aspettative: ma non sono sicuro che, al di là di un'ovvia malinconia, si possa ignorare l'ampiezza di processi soggettivi e "oggettivi" che nel frattempo hanno deviato da quegli umori e da quelle aspettative: penso che esistano coerenze se non cicli che fanno il proprio corso, che hanno una logica e spiegazioni, e che magari c'è anche molta gente a cui l'odierna temperie sta bene. non per buonismo né opportunismo né pigrizia, ma non riesco a sperare che la suddetta quota di umanità affoghi nei flutti o si redima. forse è che non sono convinto delle mie ragioni, né di quelle odierne né di quelle dei tempi del poker. gesù! perdona il pistolotto, gigi caro, guru indimenticabile delle cinquantadue francesi, non lo meriti. abbracci ora e sempre, p.
ottobre 2002, gigi a paolo
Caro Paolo, siccome tu non ce la fai, allora deprimi la mia immagine a quella d'un guru e la tua a quella di uno che non vuole/può crescere. Ma io non sono un veggente, non leggo la mano alla storia, cerco solo di capire e cerco di comunicare agli altri un'inquietudine che è documentatamente legittima. E tu... puoi fare di più (dico profittando della mia maggiore età). Leggi l'articolo di Susan Sontag su "La Repubblica" di oggi e meditaci sopra: a noi non è vietato. Ci rivedremo in un trani della nostra Napoli, una sera, e litigheremo con una bottiglia davanti. Ah, dimenticavo, sei anche astemio. Gesù! (come dici tu) Gigi
- Login o registrati per inviare commenti