LUIGI CORTESI. UN COMUNISTA
("Il Manifesto", 6 settembre 2009)
Luigi Cortesi ci ha lasciato. Con lui se ne va uno dei maggiori storici italiani del movimento operaio, socialista e comunista; uno studioso militante che seppe sempre unire passione e militanza politica al rigore scientifico, all'acume analitico. Nato a Bergamo nel 1929, Cortesi si avvicinò all'antifascismo da ragazzino, nel 1944-45. A 16 anni i primi contatti coi gruppi clandestini, le prime manifestazioni di antifascismo studentesco e qualche azione coi partigiani, che egli ricostruirà molti anni dopo in un bell'articolo autobiografico sulla Rivista di Studi italiani del giugno 2001. Si iscrisse ben presto al Pci e fu tra gli animatori della Biblioteca e dell'Istituto Feltrinelli assieme a studiosi come Del Bo e Procacci, coi quali prese una posizione molto critica nel 1956 sull'intervento sovietico in Ungheria.
Quello di Cortesi sarà sempre un marxismo e un comunismo critico. Sentendo la necessità di rinnovare la ricerca sulla storia del movimento operaio, alla fine degli anni '50 dà vita assieme a Stefano Merli alla Rivista storica del socialismo. Dalle sue pagine contribuirà alla ricostruzione delle vicende del movimento socialista e comunista, talvolta in polemica con la storiografia più vicina al Pci, da cui intanto è uscito. Cortesi pubblica importanti volumi su La costituzione del Partito socialista italiano (ed. Avanti! 1962) e su Il socialismo italiano tra riforme e rivoluzione (Laterza 1969), dando un contributo innovativo anche sulla nascita del Pcd'I, rispetto a cui sottolinea il ruolo di Bordiga (Le origini del Partito comunista italiano, Laterza 1971). Questi studi gli valgono la cattedra universitaria a Salerno, dove insegnerà vari anni, prima di essere chiamato all'Orientale di Napoli. Nel 1977 cura la prefazione al volume La Campania dal fascismo alla Repubblica, insistendo sul tema del "laboratorio" napoletano nella transizione postbellica.
Negli anni '80 Cortesi incontra il movimento per la pace e la grande mobilitazione contro gli euromissili. La lettura di Gunther Anders e Hans Jonas lo induce a riflettere su nuovi temi, che sintetizza nella prima edizione del volume Storia e catastrofe (1984). Nel 1989, assieme a Mario Alcaro, Roberto Fieschi e Vittorio Silvestrini, fonda la rivista Giano. Ricerche per la pace, che nel corso degli anni e per oltre 50 numeri terrà insieme i problemi del pacifismo e della lotta alla guerra con quelli ambientali e dei rischi globali che l'umanità ha dinanzi a sé nell'era atomica. La rivista ha fin dall'inizio un impianto interdisciplinare, consentendo la collaborazione e lo scambio tra storici, giuristi, economisti, fisici, ambientalisti, politici. Il rigore e la capacità di approfondimento saranno sempre tenute assieme a una dimensione fortemente politica, nel senso più alto del termine. Nel 1994 questa attenzione alla scena globale imporrà il mutamento nella testata con un sottotitolo, che diventa «pace ambiente problemi globali».
A timbrare in maniera originalissima la sua Giano la polemica indefessa verso una cultura ostinatamente ferma - nonostante la stucchevole insistenza sulla categoria della globalizzazione - ad una visione ottocentesca del mondo, ridotto a riservato dominio di diplomazie e scuole. A sospingerla, l'assunzione consapevole di un punto di vista «apocalittico» come lievito di nuovi soggetti e processi di liberazione. Ed è alla scena globale - al nesso tra modello di sviluppo, contraddizioni economiche e sociali, tendenze alla guerra, nuovo imperialismo e crisi ambientale - che Cortesi si dedicherà negli ultimi anni, alternando l'impegno culturale (i volumi Una crisi di civiltà, Esi 1999, la nuova edizione di Storia e catastrofe, manifestolibri 2004, e L'umanità al bivio, Odradek, 2006) alla militanza politica (fu tra i primi a iscriversi a Rifondazione comunista, pubblicando un volumetto su Le ragioni del comunismo all'indomani del 1991) e al lavoro di storico (si vedano Il comunismo inedito. Lenin e il problema dello Stato, Punto Rosso 1995, la nuova edizione de Le origini del Pci, il volume da lui curato Amadeo Bordiga nella storia del comunismo, Esi 1999, e Nascita di una democrazia, manifestolibri 2004).
Quando infine si ammala, Luigi Cortesi inventa un farmaco di grande efficacia. Dedica gli ultimi due anni alla scrittura di una Storia del comunismo dalle origini agli anni tra le due guerre. Ne trae forza e lucidità impressionanti. Corrette le ultime pagine la sera prima, Gigi si è congedato. La sua assenza si farà sentire e la sua perdita va molto oltre i suoi amici e collaboratori.
I compagni della Redazione e del Comitato scientifico di «Giano»
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