L'ostinata coerenza storica di Luigi Cortesi
di Gianpasquale Santomassimo
da "Il Manifesto", 3 Settembre 2009
Nato a Bergamo nel 1929, Luigi Cortesi appartenne alla generazione di giovanissimi studiosi che si dedicarono allo studio del movimento operaio in Italia, rinnovandone le basi e fondando una tradizione destinata a durare a lungo ma anche a conoscere fratture e divaricazioni. Deluso dall'esito, molto traumatico, e rivissuto ancora come tale fino agli ultimi anni, dell'esperienza di Movimento operaio, fondò con Stefano Merli la Rivista storica del socialismo, che tra il 1958 e il 1967 inaugurò una stagione fortemente militante del dibattito e della ricerca attorno alle origini del Pci.
Non c'era solo la polemica su Togliatti e la svolta di Salerno, ribadita ancora nell'edizione più recente dei suoi saggi sul passaggio dal fascismo alla democrazia (Nascita di una democrazia. Guerra, fascismo, Resistenza e oltre, manifestolibri 2004), ma anche la diffidenza verso la matrice gramsciana di quel partito, unita a una rivalutazione del ruolo di Bordiga (Le origini del Pci. Studi e interventi sulla storia del comunismo, 1999). Critico in maniera originale tanto della tradizione comunista quanto di quella socialista (nella quale rivalutava il Turati «operaista»), fu vicino a molte posizioni di Gaetano Arfé, pur non condividendone le scelte politiche.
L'ultima lunga fase della sua attività fu dedicata, attraverso la rivista «Giano», al tema della pace e delle sue condizioni, che era anche l'assillo più evidente che animava le sue conversazioni. Una crisi di civiltà. Cronache di fine secolo, 1999, e Storia e catastrofe. Sul sistema globale di sterminio, 1984, in nuova edizione presso manifestolibri nel 2004, sono i testi che meglio compendiano questa nuova disposizione, in verità ardua e ambiziosa, che tendeva a fondere critica leninista dell'imperialismo e nuova sensibilità ecologista e pacifista. «Il materialismo storico deve estendersi alla natura e la lotta di classe va incrociata con l'ecologia»: un programma vasto e impegnativo, difficile da porre in campo, ma perseguito con ammirevole coerenza.
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